Un’altra stagione oltre ogni rosea aspettativa per la giovane Vighenzi: i gardesani hanno concluso con 48 punti, alla pari del Cellatica e a un passo dai play-off. Merito va dato alla lungimiranza della società biancoceleste, alla freschezza dei giovani talenti di Luca Bussi e all’esperienza degli uomini-chioccia del gruppo: tra questi, senz’ombra di dubbio, c’è Davide Merigo. Portiere classe ‘91, con un pedigree importante tra Eccellenza e Promozione, il numero uno gardesano ha disputato anche individualmente una grande stagione.
«A livello personale ho fatto un percorso migliore, più continuo e solido rispetto all’anno scorso - sorride Merigo, vincitore del bonus da 300 punti nel Pallone d’Argento come più votato dell’ultima settimana -. Ciò è stato possibile anche grazie allo straordinario lavoro dei compagni, oltre che a quanto svolto insieme al preparatore Castiglioni e ai miei colleghi Tomasoni e Brunialti. E per l’anno prossimo vogliamo alzare ancora l’asticella». E come squadra? «La stagione è stata importante - sottolinea orgoglioso -. C’è un po’ di rammarico per il traguardo dei play-off, solo sfiorato. Purtroppo abbiamo lasciato punti in partite dominate: ci manca forse proprio l’esperienza per gestire al meglio i match. Limando questo e qualche altro piccolo dettaglio, saremo protagonisti anche l’anno prossimo». Nel cassetto dei sogni c’è spazio per qualche altro desiderio? «Cerco di ragionare di anno in anno - replica Merigo -. Ormai le ambizioni che avevo da ragazzo sono irrealizzabili, ma allo stesso tempo mi danno l’energia per provare a migliorare di stagione in stagione. La speranza, in fondo, è l’ultima a morire. Nel mirino ho sicuramente il salto di categoria e il record personale di clean sheet e minuti di imbattibilità».
Nei premi individuali è difficile vedere i portieri rotagonisti fino in fondo: Merigo tenterà di restituire dignità al ruolo coi guantoni? «Non rubiamo l’occhio – riflette il numero uno della Vighenzi -. È complicato per noi vincere, proprio perché siamo guardiani silenziosi. Comunque spero in questo Pallone d’Argento perché, oltre a essere un riconoscimento individuale, sarebbe un premio da condividere con tutti gli altri esponenti del mio ruolo». La stagione della Vighenzi è stata sorprendente, quella di Merigo è invece una lieta conferma. Mancherebbe solo una spruzzata d’Argento per renderla indimenticabile. M.L. © RIPRODUZIONE RISERVATA
«Vincere per me stesso e per tutta la categoria»
