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di M.L.

«Una bella emozione essere al comando»

ARGENTO 16 mar 2023
Luca Signorini (Urago Mella) Luca Signorini (Urago Mella)

Lo schermo telefonico frappone un’inevitabile distanza tra parlante e ascoltatore. Eppure, a sentir il flusso di coscienza di Luca Signorini, pare quasi che il diretto interessato sia seduto accanto a chi scrive: la cornetta vibra, mossa dal tremore della sua contagiosa emozione. Il primo posto parziale nel Pallone d’Argento e il trono settimanale tra i più votati sono successi che non capitano tutti i giorni nell'esperienza calcistica di un giocatore: «Caspita, sì che sono emozionato - commenta seduto su una nuvola l’attaccante dell’Urago Mella -: non me l’aspettavo, anzi già essere tra i candidati è stato bello. Mio padre ha un negozio e, un po’ per gioco, ha cominciato a parlarne coi clienti: mentirei se dicessi che non speravo di stare tra i primi, ma di essere addirittura in testa non me lo sarei mai aspettato».

Classe ‘00, cittadino doc, Signorini dal calcio non ha ottenuto solo soddisfazioni: il suo curriculum non è fatto di società blasonate. Mompiano, Sant’Andrea e appunto, Urago Mella: affabili realtà di quartiere, dove il lato umano conta più di ogni altra cosa. Dall’alto non è mai arrivata la giusta occasione: «Ho fatto parecchi provini, ma l’altezza da piccolo non era la mia arma principale - racconta -: in passato ci restai male e provai grosse delusioni. Ora guardo le cose da un’altra prospettiva: Urago in poco tempo è diventata una seconda casa, prima con gli Abrami e ora con la nuova dirigenza di Picchioni. Il mio obiettivo è aiutare il gruppo a salvare la Prima». In campionato sono 7 i gol segnati, un gruzzolo discreto che Signorini vuole rintuzzare per aiutare i rossoblù sulla strada verso la salvezza: cosa serve all’Urago per raggiungerla? «Domenica contro la Calcistica Valtenesi stavamo sul 2-2 e, in quel momento, è uscita la forza del gruppo per vincere 4-2 – prosegue nella riflessione Signorini –: compattezza, sacrificio e umiltà sono le armi per risalire. Credo a noi non manchino e, anzi, possano portarci alla salvezza: dobbiamo lavorare al massimo e accettare ogni scelta fatta dal nostro tecnico, Morandi. Il singolo viene dopo il collettivo». Qual è il desiderio segreto per il futuro? «Mio padre ha giocato in Serie D e a me piacerebbe ripercorrere le sue orme – spiega –: so che ormai è difficile, ma è un sogno che non abbandonerò mai». La salvezza dell’Urago Mella e un bel percorso nel Pallone d’Argento potrebbero essere le chiavi di volta per viverlo fino in fondo: sognare, del resto, non costa nulla. 

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