Che cos’è l’istinto del gol se non un’intuizione innata e priva di ogni valutazione razionale? Questa componente guida Matteo Contratti dentro e fuori dal campo perché occupa posizioni di vertice sia nella classifica marcatori sia della graduatoria del Pallone di Bronzo. Ma se per la prima aggiorna con attenzione le sue reti (24 in campionato e 5 in Coppa), la leadership bronzea arriva quasi a sorpresa. «Fino a quando io e i miei fratelli frequentavamo la scuola superiore, era più facile raccogliere i tagliandi - scherza il bomber del Castelmella -. Mi fa piacere questo risultato, perché sento il calore dell’intero paese. Tutti ci stanno spingendo nel raggiungimento del risultato di squadra e di conseguenza anche per quello personale». Questo bonus arriva a coronamento di 10 giorni da urlo con 2 triplette (al Paitone e Sant’Andrea) e un gol al San Zeno, un bottino che fa rientrare l’attaccante viola nella corsa alla Scarpa d’Oro. «Qualsiasi premio personale è il risultato del lavoro della squadra. È vero, sto segnando molto ma finalizzo il lavoro dei compagni - spiega il talento classe ‘96 -. Tutti ci tengono a mettermi nelle migliori condizioni per far gol, li ringrazio». Una diplomazia spiccata, infatti nella prossima settimana il bomber del Castelmella conseguirà la Laurea in Giurisprudenza e si appresta a intraprendere la professione di avvocato. Ma non servono difese d’ufficio per valutare la stagione dei viola. Sono poche le macchie, essendo l’unico club ad aver battuto la capolista, Gussago all’andata e al ritorno. Visto che Matteo è ha già raggiunto una promozione dalla Seconda alla Prima (nel Villa Nuova, stagione 2017/18), è lecito puntare al bis. Nonostante sia una seconda punta e all’occorrenza trequartista nel 4-3-1-2 di Andrea Ferraro, segna come un «nove» purissimo anche perché nelle sue vene scorre lo stesso sangue di un certo Francesco Contratti (Rezzato Dor) in lizza per il Pallone d’Argento. Chissà se un giorno ci sarà la resa dei conti: «Contratti vs Scidone» due clan calcistici di caratura finissima, tra l’altro entrambi vivono nel quartiere più talentuoso della città, Porta Cremona (lo stesso di Andrea Cistana e Stefano Gori del Como). Prima però c’è una promozione da prendere e per un giocatore che ha iniziato la carriera tra le fila del Darfo Boario in Serie D in mezzo a fenomeni del calibro di Kamal, Berta e Nodari, l’attitudine alla conquista non manca di certo. L.G. © RIPRODUZIONE RISERVATA
«Un’ottima sensazione: sento l’affetto del paese»
