null

«Un’altra occasione in D Questo il mio obiettivo»

11 mag 2023
Davide Ravelli (Darfo Boario) Davide Ravelli (Darfo Boario)


Davide Ravelli è reduce da una domenica sfortunata, nella quale s’è preso pure un brutto pestone al piede. Il bonus da 300 punti è allora parzialmente rinfrancante, in attesa delle prossime due settimane che decideranno il futuro del suo Darfo Boario: dopo lo 0-0 di domenica all’ultima di campionato, i camuni affronteranno altre due volte il Codogno per giocarsi la permanenza in Eccellenza. Con due risultati su tre a disposizione, i neroverdi non devono commettere l'errore di distrarsi e di sottovalutare di conseguenza l’avversario.

«Rispetto alla stagione scorsa, quando siamo arrivati ai play-off, questa è stata decisamente più negativa e complicata - analizza schiettamente Ravelli -. Mi spiace dirlo, ma in determinate situazioni ci siamo pensati troppo belli. La voglia di vincere da soli ha prevalso troppe volte sulle necessità della squadra: si tratta di limiti evidenti, che hanno portato poi a un finale di questo tipo. Ora dobbiamo concentrarci sui play-out: vero che abbiamo a disposizione anche il pareggio per la miglior posizione di classifica, ma non siamo per caratteristiche una squadra capace di fare calcoli e gestire». Dal punto di vista individuale come valuta invece la sua stagione Ravelli? «Sufficiente, non di più - risponde -. Sono molto esigente con me stesso e non posso essere pienamente soddisfatto. Ho incontrato dei momenti di difficoltà e in un certo senso sono anche stato bravo a gestirli e superarli, ma avrei potuto e dovuto fare meglio». Qual è il sogno nel cassetto del portiere classe ‘98? «A me piacerebbe avere un’altra chance in Serie D, stavolta riuscendo anche a esordire - in passato Ravelli è stato in D con la Calvina -. All’epoca fui molto sfortunato, a poche ore dal debutto il Covid fermò il campionato. In alternativa, spero di riuscire a giocare nuovamente un campionato di vertice in Eccellenza, come mi è accaduto ad Adro, quando conquistammo la promozione: sarebbe bello rivivere certe sensazioni».

Il Pallone d’Oro non è mai stato vinto da un estremo difensore: che sia la volta buona? «Credo sia difficile - ammette Ravelli -. Di solito queste iniziative premiano calciatori di movimento, mentre il portiere risalta soltanto quando para un rigore o, in negativo, se commette un errore, quasi fosse il capro espiatorio. Mai dire mai però: magari qualcuno riuscirà finalmente a capire la complessità di questo ruolo».M.L. © RIPRODUZIONE RISERVATA

Sponsor

Partner