Simone Pesce è nato un paio di settimane prima di Carmine Marrazzo: entrambi classe ‘82, l’anno dei Mondiali di Spagna. Per giunta Pesce è venuto al mondo il 10 luglio, proprio il giorno precedente alla finale con la Germania: che il calcio fosse nel suo destino, insomma, era chiaro sin dai primi istanti di vita. Carriere diversissime per i due, ma l’onore di passarsi il testimone nell’albo d’Oro del Pallone più prezioso: al bomber dell’Atletico Castegnato succede sul trono aureo il capitano del Lumezzane. Che prima di arrivare nel mondo dilettantistico ha vissuto un’intera carriera nei professionisti, con la Serie A giocata ad Ascoli, Catania e Novara.
Poi il destino lo conduce in provincia, prima in C alla Feralpisalò, poi a Lumezzane in Eccellenza, accompagnando le tappe conclusive da calciatore di Andrea Caracciolo: nelle ultime due stagioni, da capitano, vince il campionato d’Eccellenza e poi quello di Serie D, conducendo per mano i rossoblù di nuovo nel professionismo. È bastato un triennio da dilettante, però, per compiere una cavalcata regale fino al Pallone d’Oro: «A quasi 41 anni queste soddisfazioni toccano il cuore - confessa dal palco del Coco Beach il capitano del Lumezzane -. Devo ringraziare Andrea Caracciolo, Lodovico Camozzi, Arnaldo Franzini e tutti i compagni di squadra che mi hanno aiutato in queste grandissime due stagioni». Il ringraziamento, a dir la verità, arriva unanime dal calcio nostrano nei confronti di un calciatore che è esempio di professionalità: mai una parola fuori posto, mai un gesto sgarbato nei confronti degli avversari. Tanta legna, certo, e poi quel sinistro fatato in grado di dispensare palloni con il contagiri per i compagni: entrato nella Top 12 dei finalisti in punta di piedi - che è poi metafora della sua leadership, che non ha bisogno di eccessi per palesarsi -, è risalito a suon di preferenze dei giudici fino al primo posto. Dall’alto del palco del Coco Beach guida un podio di differenti generazioni, precedendo Federico Peli del Cast Brescia, secondo per pochi punti, e Francesco Randazzo del Darfo Boario, giovane in rampa di lancio. Da Marrazzo a Pesce, l’anno di grazia ‘82 si conferma a striature dorate.•. © RIPRODUZIONE RISERVATA