A Padenghe lo chiamavano il «Principe»: l’eleganza e le movenze di Marco Negrello sono sempre state quelle di un attaccante speciale e adatto al calcio moderno. Classe ‘89, la scorsa settimana è stato il più votato nel Pallone d’Argento, tornando alla ribalta in un premio che evoca nella sua memoria dolci ricordi: «Nella stagione 2019/20 ero arrivato fino al 2° posto, alle spalle del solito Marrazzo – racconta Negrello –. A renderlo speciale, quello che era successo poche ore prima di salire sul palco del Coco Beach per le premiazioni: era appena nato mio figlio. Diventare papà e conquistare un piazzamento così bello: impossibile dimenticare certe emozioni». All’epoca Negrello giocava nella Vighenzi, squadra di cui è stato a lungo il giocatore più rappresentativo: prima e dopo la Promozione sul Garda, tanta Eccellenza. A Bedizzole, Vobarno e, per un segmento della scorsa stagione, a Castiglione. Quest’anno la scelta di rimettersi in gioco in Prima a Nuvolera.
Il bilancio? «La categoria mi sembra un contesto probante - prosegue -: con il gruppo, con la società e con Gianandrea Grazioli mi sto trovando davvero bene. Credo che il contorno sia fondamentale: quando si sta bene, poi vengono più facilmente anche i risultati. Dal punto di vista individuale sono soddisfatto: 23 gol sono una cifra importante, che in carriera non avevo mai raggiunto. Per la squadra c’è un po’ di rammarico: nelle ultime settimane qualche passo falso di troppo ci ha allontanato dal primo posto». A due turni dalla fine del campionato, il Nuvolera è a -4 dall’Union Team Scb capolista: tardi forse per riagguantare il primato, non per giocarsi ai play-off il salto in Promozione. Da calciatore maturo e affermato, c’è qualche sfizio che Negrello vorrebbe ancora togliersi prima di appendere gli scarpini al chiodo? «Il calcio mi ha già dato tanto – replica sereno –: a 34 anni so bene quanto sia importante poter salire in Promozione, non è una cosa da dare per scontata. Cerco sempre di essere protagonista e, finché mi sembrerà di poterlo essere, continuerò a giocare. E poi c’è questo Pallone d’Argento da onorare. Stavolta non ci sarà Marrazzo». Sorride Negrello, ripensando a quel secondo posto legato a un’esperienza tanto bella quanto la paternità: tre anni dopo, è il momento di riprovarci. Tentando di scalare quel gradino che manca e che gli permetterebbe di sollevare al cielo il premio più importante. Il «Principe» è pronto a diventare Re? M.L. © RIPRODUZIONE RISERVATA
«Mi piacerebbe vincere. E Marrazzo non c’è...»
