A poche settimane dall’incoronazione, i 12 finalisti del Pallone d’Oro vorrebbero presumibilmente godere del superpotere di accelerare il tempo, per arrivare a conoscere il più rapidamente possibile il destino che li attende. C’è invece ancora da pazientare qualche giorno, il tempo necessario a raccogliere le preferenze della giuria di qualità selezionata dal nostro quotidiano. Nell’attesa, un po’ di Pallone d’Oro Story non guasta mai. A partire, perché no, proprio dall’edizione più fresca nella nostra memoria. Quella della scorsa estate, con l’incoronazione avvenuta sul palco dello splendido Coco Beach di Lonato del Garda addirittura il 19 luglio, a causa di uno slittamento in calendario dovuto all’imperversare del maltempo. Scherzi del clima a parte, fu un’annata appassionante, che mise in scena un divertente scontro generazionale: le nuove leve, Filippo Guerini e Samuele Vitari, dominarono la prima fase, arrivando ai verdetti della giuria in discreto vantaggio sugli altri finalisti. Dopo l’espressione dei giurati, però, le cose cambiarono: Andrea Caracciolo, all’ultimo giro di valzer col Lumezzane prima di diventarne presidente, e soprattutto Carmine Marrazzo compirono una grande rimonta. Il capitano dell’Atletico Castegnato, da lui trascinato con ben 30 gol a un insperato secondo posto in Eccellenza, conquistò la preferenza assoluta di ben 20 dei 35 giurati in azione. Un verdetto a maggioranza netta, in grado così di rovesciare il destino della contesa: «Carminetor» chiuse infatti al vertice con 427 voti totali, superando in maniera netta Guerini (354) e Caracciolo (298), a chiudere una carriera senza eguali con un podio comunque meritatissimo in casacca rossoblù, l’ultima indossata da calciatore e la prima in ambito dirigenziale. Due campionissimi e un giovane in rampa di lancio, per un podio davvero ben assortito; curiosamente, nessuno dei tre è stato candidabile nella stagione corrente: l’Airone, come detto, ha appeso gli scarpini al chiodo, mentre sia Marrazzo che Guerini hanno militato fuori provincia nel campionato in corso, pur giocando nel girone C d’Eccellenza, quello a predominanza bresciana. Il talento classe 2000 è stato protagonista con la maglia dell’Offanenghese, continuando a mettere in scena le prerogative tecniche di livello assoluto già ammirate a Rovato, mentre il bomber di Nocera Inferiore è stato punta di diamante del Caravaggio ed è andato a segno anche domenica scorsa nella finale play-off del gruppo C giocata contro il Castiglione. Per Marrazzo s’è trattato dell’apice di un rapporto davvero fruttuoso con i premi di Bresciaoggi, che l’hanno visto trionfare in precedenza per due volte consecutive nel Pallone d’Argento (2018/19 e 2019/20) e pure sollevare al cielo una Scarpa d’Oro (2019/20), per una doppietta da cannibale. Un’edizione, la scorsa, che ha visto rilucere stelle di valore assoluto del nostro pallone, incoronando un campione senza età come «Carminetor» e affiancandolo sul podio con una promessa destinata a brillare a lungo (Guerini) e con il giocatore simbolo della Brescia calcistica nel nuovo millennio (Caracciolo). Chiunque succederà sul podio a questi talenti, riceverà in dote un’eredità pesante: ancora pochi giorni d’attesa e potremo conoscere vincitore e posizioni complete della top 12. Chi sarà l’erede dorato di Carmine Marrazzo? •. © RIPRODUZIONE RISERVATA
Oro-story, di Marrazzo l’ultimo guizzo
